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Aids:rapporto Onu, progressi troppo lenti per gli obiettivi del 2020

Infettivologia Redazione DottNet | 18/07/2018 19:52

Le nuove infezioni sono in aumento in almeno 50 paesi e il ritmo dei progressi per sconfiggere l'epidemia non sta al passo con gli obiettivi

Allarme delle Nazioni Unite per la lotta all'Aids: benché i decessi siano in calo e sotto la soglia del milione e benché il numero di persone che hanno accesso a terapie sia in aumento (21,7 milioni nel 2017), le nuove infezioni sono in aumento in almeno 50 Paesi e il ritmo dei progressi per sconfiggere l'epidemia non sta al passo con gli obiettivi. Lo rileva Programma congiunto dell'Onu sull'Hiv/Aids (Unaids) nel rapporto presentato oggi a Parigi.

  "Intere regioni sono in ritardo, gli enormi progressi compiuti per i bambini non sono durevoli, le donne sono ancora colpite in modo sproporzionato, le risorse non corrispondono agli impegni presi e popolazioni chiave continuano ad essere ignorate", ha affermato il direttore esecutivo dell'Unaids, Michel Sidibé.    Secondo il rapporto, che cita dati relativi al 2017, nel mondo 36,9 milioni di persone vivono con il virus Hiv, di queste 21,7 milioni hanno accesso alle cure, le nuove infezioni sono state 1,8 milioni e le morti 940.00. "Un lungo cammino resta da percorrere", ha detto Sidibé commentando il rapporto, e si è detto particolarmente afflitto per l'ingiustizia che colpisce i bambini. Malgrado i progressi, 180.000 bambini hanno infatti contratto l'infezione da Hiv nel 2017.

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Il rapporto indica inoltre che, nello stesso anno, solo la metà di coloro che hanno meno di 15 anni e che vivono con l'Hiv ha beneficiato di una terapia.    In generale il rapporto dell'Unaids rileva che la riduzione della mortalità nel mondo non è abbastanza rapida "per raggiungere l'obiettivo di meno di 500.000 decessi entro il 2020". Anche il numero di persone che segue una terapia è cresciuto ed ha raggiunto il record di 21,7 milioni (pari al 60% del totale stimato di 36,9 milioni di persone che vivevano con l'Hiv nel 2017), ma non è sufficiente e vi sono segnali che il ritmo sta rallentando. Anche le nuove infezioni sono diminuite di appena il 18% negli ultimi sette anni, passando da 2,2 milioni nel 2010 a 1,8 milioni nel 2017. I 50 Paesi nei quali le infezioni sono in aumento si trovano in Europa orientale e Asia centrale, Medio Oriente e Nord Africa. Sidibé ha infine evocato una possibile crisi sul fronte dei finanziamenti, osservando un'assenza di nuovi impegni significativi.

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